Cappiddazzu

IL SANTUARIO DI CAPPIDDAZZU

Le strutture murarie più antiche, fatte di pietrame a secco, risalgono alla seconda metà del VII secolo a.C.. ed il complesso architettonico a pianta tripartita ospita all’interno costruzioni di molte epoche. Non è di facile lettura per le continue trasformazioni subite.
Sono state rinvenute fosse scavate nella roccia contenenti ossa di animali, bovini e ovini.
Questi ritrovamenti hanno portato a pensare che la zona fosse luogo di culto.

LE AREE INDUSTRIALI
Attivita’ industriali di tradizione fenicia.

La zona sita in prossimità della Porta Nord ha rivelato un vasto abitato dedicato alla produzione della ceramica e della porpora. Ma si pensa che il luogo sia stato fucina d’arti e di mestieri in cui si praticavano lavorazioni del vetro, degli ossi, dei metalli, della pietra e del legname, dei pellami e dei tessuti e per la conservazione del pesce.
Un altro complesso industriale è situato, appena accanto, a nord del Santuario di Cappiddazzu, la così detta “Zona K” in cui è stato ritrovato il Giovane di Mozia.

Gli scavi hanno portato alla luce un vero e proprio Ceramificio, un edificio addossato alle mura organizzato per le varie fasi di produzione della ceramica.
Nell’ampio slargo, in mezzo a cumuli di detriti sono state rinvenute armi da guerra, punte di lance, frecce e ghiande missili che richiamano al violento attacco che Mozia subì ad opera del tiranno Dionisio.

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