Artista - mostra

Emilio Isgrò - Modello Italia (2013 - 1964)
Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea - Roma, luglio 2013 english >
 
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A cura di Angelandreina Rorro

La mostra di Emilio Isgrò comincia volutamente dove finiva l’antologica che il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presentò nel 2008 con il titolo Dichiaro di essere Emilio Isgrò rovesciando i termini della storica affermazione Dichiaro di non essere Emilio Isgrò, l’opera realizzata nel 1971.
Dichiarando la propria identità l’artista siciliano si è assunto la responsabilità di tutto il percorso precedente e ha dato inizio a una nuova stagione creativa che completa e rafforza il valore della produzione già storicizzata in una prospettiva di attualizzazione storica. Questo passaggio conferisce nuovo senso alla pratica della cancellatura, segno distintivo della poetica di Isgrò, che ne ha fatto una essenziale figura di riferimento anche per le nuove  ricerche artistiche.
L’intenzione è quella di mostrare e dimostrare, in una sorta di percorso a ritroso, l’attualità dell’arte di Isgrò, ma anche come le ultime opere siano strettamente legate alle prime. Le installazioni spettacolari e complesse dell’ultimo periodo si compongono infatti degli elementi delineati già dagli anni sessanta e settanta, proseguendo e ampliando le tematiche e i segni primitivi dell’artista.

“ Il mio Modello Italia – afferma l’artista - è un modello identitario che, partendo dall’arte, vuol recuperare quella unicità culturale che dal Rinascimento al Futurismo ha imposto l’Italia al rispetto del mondo. Perché sì, è vero, siamo economicamente e politicamente in crisi, una piccola potenza ormai. E tuttavia restiamo pur sempre una grande potenza culturale in grado di competere sui mercati globali. È da questa consapevolezza che dobbiamo ripartire noi artisti se vogliamo segnare le vie del coraggio anche all’economia e alla politica. Direi che il nostro è un dovere patriottico: per il nostro sistema Paese e per la stessa Europa”.

Il percorso espositivo parte, nelle sale del piano terreno, dai lavori degli ultimi cinque anni: così l’opera programmatica già citata Dichiaro di essere Emilio Isgrò (2008) convive con assoluta naturalezza con il simbolico Modello Italia (2012), mentre Fratelli d’Italia (2009) fa da contrappunto allo Sbarco a Marsala (2010) in cui la statua di Garibaldi viene travolta dalle formiche sulle note di Casta Diva eseguite da un carillon.
Dal panorama italiano (La Costituzione cancellata, 2010; L'Italia che dorme, 2010; Cancellazione del debito pubblico, 2011) l'orizzonte si allarga a una visione globale con Weltanschauung, (2007),  Var ve yok e Codici ottomani (2010). A questa compagine di lavori si aggiunge un gruppo di opere inedite: giornali italiani cancellati secondo una logica costruttiva che intende indicare la necessità di un nuovo inizio per il nostro Paese e per l’Europa.
Al piano superiore il pubblico ritroverà, invece, una selezione di lavori celebri come Volkswagen (1964), Jacqueline(1965), Enciclopedia Treccani (1970), nonché i primi Libri cancellati, i Telex, i Semi d'arancia e il Particolare ingrandito di Gianni Agnelli,  fino alla struggente Ora italiana (1985) ispirata alla strage di Bologna.

Comunicato stampa GNAM


© Toni Garbasso