Il mio lavoro non ha niente a che fare con il mondo orientale se inteso come scrittura ornamentale, anzi è l’opposto perché è fatto di concreti segni come visione della materiale realtà.
Io non faccio dei segni sulla superficie della tela della quale di solito proprio il fondo (nero o bianco) sovrapponendo due colori, ma è lo spazio della tela che ho davanti che mi attira con la visione a imprimere i segni.
La tela è il mezzo per creare l’immagine che ho nella mente. I segni che realizzano le mie visioni sulla tela sono geometrie sciolte.
Non sono geometrie definite e per questo le ho denominate pirma triangoarcoli e poi angoarcoli.
I miei quadri non sono composizioni che realizzo con segni distinti l’uno dall’altro ma uniti in tutt’uno nelle mie visioni.
Io non guardo la tela per mettere sopra i segni. I segni nascono nella mia testa, nella tensione si forma nella mia testa l’immagine che vedo definirsi con lo spazio della tela e nella concentrazione tutto il mio corpo scatta a fare i segni che determinano l’immagine. Praticamente nella visione del mio corpo e la tela sono uniti e se tutto funziona l’opera funziona.
I segni e la tela sono un corpo unico in cui si realizza la mia visione e l’immagine realizzata è il quadro. Tutto è fuso insieme e il mio corpo con lo spazio della tela che è entrato nella visione determinando l’immagine.
Nelio Sonego
Cordignano, 15 – 10 --- 2001
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