Gli studi e la ricerca sulla prospettiva nella "visioni sferiche" hanno una implicita influenza sullo sviluppo della fotografia panoramica per il fatto che la prospettiva classica è incapace di rappresentare una veduta con un angolo di campo maggiore di 90-100 gradi.
La fotografia immersiva è invece la riproduzione "sferica" di una scena, a 360°, ed ha inevitabilmente a che fare con la proiezione della sfera sul piano.
Cerco di ripercorrere qui quello che nella storia dell'arte, come nella cartografia, abbia avuto a che vedere con una concetto di prospettiva curvilinea, non quindi con la prospettiva di tipo rettilineare, ma con la descrizione del "reale" conseguente all'idea di "allargamento" del campo visuale.
Come riprodurre sul piano una superfice sferica è stata una ricerca svolta per prima dai cartografi.
Già dal VI secolo a.c. i filosofi greci come Pitagora, Platone, Aristotele, intuivano che la terra fosse una sfera; Eratostene nel 200 a.c. circa, ne stimò la circonferenza, ma tracce di studi effettivi su come rappresentarla sul piano, si hanno con Ipparco di Nicea, al quale si attribuisce la suddivisione dell'eclittica (e dei cerchi in generale) in 360 gradi, con Tolomeo, che descrive la terra conosciuta tramite proiezioni coniche e con Marino di Tiro a cui si attribuisce l'invenzione della proiezione equirettangolare (equidistante) della sfera attorno al II secolo d.c.
Atlante farnese, II secolo d.c.
Proiezione equirettangolare con indicatori di Tissot che servono ad evidenziare le deformazioni ai poli
Johannes Schnitzer, illustrazione per Eucumene di Tolomeo, 1482
Ulteriori studi sulla proiezione della sfera si hanno con Gerardus Mercator nel XVI secolo, e poi con Johann Heinrich Lambert nel XVIII secolo, pioniere della geometria non-euclidea.
Planisferio di Gerardo Mercator, 1567
Il planisfero di Jean Cossin Dieppe del 1570. Proiezione sinusoidale
Nella storia dell'arte non si hanno prove di una "visione sferica" fino al XV secolo, ed in generale è stata più importante la conoscenza e la pratica della prospettiva che Leon Battista Alberti ed il Brunelleschi stavano definendo: la prospettiva classica, il modo optimo, la visione rettilineare.
Le prime rappresentazioni di una veduta con prospettiva curvilinea, anche se non riporta un angolo di campo estremamente "esteso", si trovano in alcuni dipinti di Jean Fouquet dal 1450.
Non è ancora accertato quale tecnica abbia utilizzato Fouquet per ottenere le sue prospettive.
E' però verosimile che si sia servito di uno specchio convesso. Van Eyck (vedi qua sotto) ben vent'anni prima aveva inserito uno specchio convesso nel quadro degli Arnolfini.
Jean Fouquet, Entrée de l'empereur Charles IV à Saint-Denis
1455-1460
Fausto Baiocco, Elaborazione prospettica del quadro di Jean Fouquet
Jean Fouquet, La charité de saint Martin 1455-1460
Jean Fouquet, L'empereur Charles IV et les dignitaires de Paris 1455-1460
Leonardo osserva(1) che la prospettiva curvilinea, riportando le distorsioni in larghezza e altezza, è più coerente con gli effetti della visione. Più precisamente Leonardo fa una "distinzione tra la prospettiva artificiale, che consiste nella proiezione delle forme da parte del pittore su un piano e la prospettiva sintetica o naturale, che riguarda la percezione delle dimensioni di oggetti reali in natura".(2)
Verso il 1560 l'architetto Baldassarre Lanci inventa un apparecchio per rilevazioni topografiche chiamato Prospettografo, che alla "parete di intersezione piana del cono visuale" sostituisce una "parete circolare equidistante all'occhio": più esattamente, una parete cilindrica tangente a una sfera di cui l'occhio (materializzato nel perno del pennino) occupa il centro.
La macchina in pratica trasforma una prospettiva rettilineare in prospettiva curvilinea.
Non si hanno notizie di applicazioni artistiche di tale macchina, ma è comunque una testimonianza del fatto che dalla fine del 1500 la prospettiva curvilinea puo' essere riprodotta con un meccanismo "esatto".
Il Prospettografo di Baldassarre Lanci (prima metà del XVI secolo) - Laboratorio delle Macchine Matematiche, Università di Modena e Reggio Emilia
Sempre in prospettiva curvilinea appare questo piccolo dipinto (15x31 cm ca.) di Carel Fabritius che, secondo alcuni studiosi della National Gallery di Londra, potrebbe essere stato parte (come fondo) di una Perspective Box (vedi: Origini della realtà virtuale)
Carel Fabritius, Veduta di Delft - 1652
Pochi pittori applicano la prospettiva curvilinea, uno di questi è Turner.
Anche se non chiaramente delineata, l'impressione è curvilinea.
JMW Turner, Petworth Park - 1828-1830
Più precisa è invece quella di John Vanderlyn
John Vanderlyn, Panoramic View of the Palace and Gardens of Versailles - 1818
Dai primi anni del XV secolo si ritrovano rappresentati nella pittura degli specchi convessi che riflettono la scena antistante: sono prime rappresentazioni (più intuitive che secondo una regola precisa) di visione "sferica".
Da Van Eyck a Robert Campin, Petrus Christus e Quentin Metsys, sono diversi i pittori che usano inserire nei loro dipinti uno specchio convesso, e probabilmente, a causa della diffusione di tali specchi nel XV secolo, data dall'evoluzione della tecnica nella loro fabbricazione.
Anche il Caravaggio in Marta e Maria Maddalena e Giovanni Bellini in Allegoria della prudenza o della vanità includono nei loro dipinti lo specchio convesso.
Van Eyck, Ritratto dei coniugi Arnolfini - 1434
Robert Campin, San Giovanni Battista e il maestro francescano Enrique de Werl - 1438
Petrus Christus, Sant'Eligio nella bottega di un orafo - 1449
Quentin Metsys, Le Prêteur et sa femme - 1514
In seguito, troviamo nel tondo del Botticelli un'accenno alla prospettiva curvilinea (si nota nella grandezza della mano della Madonna), ma nell'autoritratto del Parmigianino l'effetto è ben delineato, e comprende la coerente deformazione dell'ambiente di sfondo.
Botticelli, Madonna del Magnificat - 1483
Parmigianino, Autoritratto entro uno specchio convesso - 1524
Ancora esempi di prospettiva curvilinea dei primi del XX secolo, ancora mediata dalla visone nello specchio convesso, si hanno con George Lambert, Harold Gresley, Otto Dix, William Orpen, Mark Gertler ecc.
George Lambert, The Convex Mirror - c.1916
Otto Dix, Dr Mayer-Hermann - 1926
Incredibilmente la visione a 360 gradi viene inizialmente espressa con una visione zenitale prima ancora di essere rappresentata con punti di fuga all'orizzonte come il classico panorama. Oggi questo tipo di prospettiva viene chiamata in gergo "Little Planet".
Lettere di Cortés pubblicate a Norimberga nel 1524.
illustrazione
dal libro Montezuma di C.A.Burland (Einaudi 1976)
Hans Sebald Beham, incisione - Vienna durante l'assedio Turco - 1529
Il naturalista ed alpinista Horace-Benedict de Saussure per il volume Voyage dans les Alpes raffigura il panorama delle Alpi proprio con una visione zenitale. La visone "Little Planet" viene utilizzata nell'ottocento, all'affermarsi del Panorama, per i depliant informativi che venivano dati all'ingresso della rotonda.
Horace-Benedict de Saussure: Vûe circulaire des Montagnes qu'on découvre du sommet du Glacier de Buet. Dal libro "Voyage dans les Alpes", Vol. 1, plate 8 - 1776
Depliant orientativo per il Panorama of London dipinto da R.Barker ed esposto alla rotonda di Leicester Square, 1792. Bilingue.
Depliant per il Malta Panorama, alla rotonda di Leicester Square, di H.A.Barker, 1810
Depliant per il Panorama von Palermo, di K. F. Schinkel, 1808.
Da notare che la proiezione è orientata verso lo zenith.
Sempre in uno spirito illustrativo-artistico, nella metà dell'ottocento vengono prodotte squisite incisioni con vista dall'alto, chiamate in alcuni casi "Bird eye view". Con un termine derivato dall'ottica fotografica per il loro tipo di deformazione prospettica, si potrebbero chiamare "vedute fish-eye".
Anonimo, View of London and surrounding Country Taken From the Top of St Paul's Cathedral - c. 1845
John Bachmann, Bird view of New York and environs - 1859
Con M.C.Escher nel XX secolo, si ha la padronanza totale della prospettiva curvilinea.
Escher fu l'ispiratore del testo di André Barre e Albert Flocon, La perspective curviligne del 1968, il primo trattato esaustivo sulla prospettiva curvilinea.
M.C. Escher, Balcony - 1945
M.C. Escher, Tethrahedral planet -1954
Fra gli artisti contemporanei, l'americano Dick Termes è riconosciuto come maestro nell'arte della prospettiva a 6 punti di fuga. Le sue opere vengono chiamate "Termesphers".
Nelle regole della prospettiva sferica il numero di punti di fuga determina la possibilitò della rappresentazione sferica.
Dick Termes, New Perspective Systems - 1998
Dick Termes, St.Mark (sfera fotografata da tre lati)
Esempi pittorici di "visione sferica" si hanno anche nella decorazione della ceramica, come in questo esempio di ceramica Castelli del 1950 circa.
Coperchio di vaso in ceramica della ditta Rosa Arbace di Castelli, anni '50. A lato, la proiezione cilindrica ottenuta al computer.
La fotografia analogica presenta una prospettiva non-rettilinea sia con fotocamere rotanti o ad obiettivo oscillante, sia con l'avvento dei grandangoli fish-eye, mentre la fotografia digitale, con software per l'elaborazione dell'immagine. Ford Oxaal è fra i primi ad applicare gli algoritmi di trasformazione prospettica nella fotografia digitale.
Philippe Halsman, Salvador Dali at a book signing, taken with a fisheye lens - 1963.
Ford Oxaal, Pictosphere - 1994
NOTE 1) Il trattato di Leonardo da Vinci sulla pittura, scultura e architettura è andato perduto, ma viene ricordato dal Cellini che ne entrò in possesso.
Vedi anche: Elkins, James, "Did Leonardo Develop a Theory of Curvilinear Perspective?", in Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, LI, 1988, pp. 190-196. 2) Vanna Bagarolo, Vladimiro Valerio - Jacopo de' Barbari Una nuova ipotesi indiziaria sulla genesi prospettica della veduta Venetie MD -2006. Il termine "prospettiva sintetica" viene definito da J.White in Nascita e rinascita dello spazio pittorico - 1957