Toni Garbasso ci ha portato sui moli, sulle banchine dei porti, dove i pescatori depositano e raccolgono gli strumenti per affrontare il mare. Giorgio Meneghetti e Franco Bovo hanno mostrato con sensibilità, ironia e umorismo tessere di vita strappate al tempo della strada.
Adriana Benetti Longhini ha rivelato la magia della luce e i colori delle stagioni che accendono l'Altipiano dei Sette Comuni.
Cristian Guizzo e Gian Luca Eulisse hanno presentato una laguna intima, segreta, segnata dal contrasto tra le forme solide e antiche e quelle più scomposte e fresche della vegetazione.
Abbiamo visto foto a colori e in bianco e nero; confrontato stampe da pellicola con quelle digitali.
Ballato sul confine tra la pittura e la fotografia, tra il documento raccolto e l'atto creativo.
Francesco Finotto |
"Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare".
Questo affermava il grande fotografo parigino Gaspard-Félix Tournachon, conosciuto in tutto il mondo con lo pseudonimo Nadar e noto come il "pioniere della fotografia". Acuto nella sua osservazione, Nadar, focalizza l'attenzione non sul mezzo tecnico o tradizionale, quanto sul soggetto attivo della percezione: saper guardare significa innanzitutto visualizzare un'esperienza percettiva.
Ancor oggi l'idea più comune della fotografia è quella di uno strumento grazie al quale l'occhio di una persona osserva, sceglie e blocca una parte di realtà. Molto semplicemente, potremmo definire la fotografia, uno scatto che ferma il tempo, coglie l'attimo fuggente, registra movimenti velocissimi e impercettibili all'occhio umano, rendendoli eterni.
Ma ogni scatto coglie effettivamente una realtà e la fotografia diventa così un'interpretazione del mondo, esattamente quanto lo può essere una qualsiasi espressione artistica.
Ed in quanto tale è in grado di attivare relazioni e dialoghi tra persone, tra un territorio e chi lo abita, con il fine di mostrare un genere di cultura in cui non sussistano barriere tra l'opera e il suo pubblico. Anzi, talvolta, accade che l'opera contenga il suo pubblico, diventando un tutt'uno. Un'arte partecipata, una ricerca incentrata sul territorio e i suoi abitanti, sospesa tra l'essenza e l'apparenza.
Uno sguardo, quello del fotografo, che suggerisce corrispondenze, traccia nuovi orizzonti, provoca emozione e progetta, indagandola, una diversa realtà. Realtà che non viene semplicemente vista, ma trasfigurata dalle sensazioni del fotografo, rendendo ogni scatto uno sguardo unico ed irripetibile sul mondo che ci circonda.
Il progetto fotografico ideato da "Culturaincorso", promosso e realizzato in collaborazione con i Musei Civici Sandonatesi, proseguirà per il 2018 un percorso culturale e di avvicinamento al mondo della fotografia che i Musei Civici hanno già avviato da alcuni anni con la presenza di fotografi dalle professionalità riconosciute in ambito nazionale ed internazionale. Renato D'Agostin, Luca Casonato, Giovanni Cecchinato, solo per citarne alcuni.
Attraverso una serie di occasioni di incontro e di esposizioni sarà possibile indagare la fotografia contemporanea e avviare una sorta di dialogo su di essa, ma anche, e soprattutto, stimolare un nuova attitudine dello sguardo sia esso rivolto al territorio piuttosto che all'uomo.
Dott.ssa Sara Campaner
Direttore Musei Civici Sandonatesi
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